La mostra, organizzata dalla Fondazione Forma di Milano, accosta, in fotografie, due celebri documentari-inchieste di Pasolini, La lunga strada di sabbia e Comizi d’amore, in cui il regista si avventura alla scoperta di quel «paese reale» troppo spesso dimenticato.
Martedì 29 settembre è stata inaugurata a Milano, presso la sede della Fondazione Forma per la Fotografia in via Meravigli, la mostra La vera Italia? Due inchieste di Pier Paolo Pasolini. La lunga strada di sabbia – Comizi d’amore, a cura di Alessandra Mauro e realizzata in collaborazione con la Cineteca di Bologna. L’esposizione resterà visitabile fino al 15 novembre. L’intento è quello di accostare due cruciali inchieste svolte da Pasolini, che ha studiato l’Italia delle contraddizioni e dei mutamenti, alle fotografie di Angelo Novi, Mario Dondeo e Philippe Séclier.
Il primo reportage è La lunga strada di sabbia e risale all’estate del 1959, quando Pasolini affronta con la sua Fiat Millecento un viaggio dal Nord al Sud d’Italia, lungo le coste della penisola per documentarsi sull’estate degli italiani. Il suo diario di bordo uscì in tre puntate sulla rivista Successo. Anni dopo la morte dell’autore, nel 2001, il fotografo francese Philippe Séclier decide di ripercorrere, seguendo le indicazioni lasciate dall’autore nel reportage, i luoghi descritti da Pasolini e rappresentare le atmosfere e, talvolta, i cambiamenti.
Le fotografie, esposte alla mostra, affiancate a varie citazioni, sono scorci in bianco e nero di quell’Italia che già lo scrittore aveva esplorato e che ora il fotografo vuole nuovamente raccontare. Gli scatti, spesso, non sono a fuoco e ritraggono bambini che giocano, bagnanti distratti, vecchi sul mare. Ed è proprio il mare a fare da sfondo a quasi tutte le scene, come fosse un testimone muto ma costante: sembra quasi di poter sentire il pungente odore di salsedine impossessarsi delle narici, fino a prendere pieno possesso dell’olfatto dell’osservatore.
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