È il 1900 quando a Smirne, Turchia, nasce Giorgos Seferis (1900-1971), pseudonimo di Giorgos Seferiadis, destinato a diventare uno dei più grandi poeti greci contemporanei, premio Nobel per la letteratura nel 1963.
Quella di Seferis non è una vita facile: dopo aver studiato giurisprudenza in Francia, subisce il grave colpo della “catastrofe dell’Asia Minore” del 1922, quando viene distrutta la città di Smirne e le comunità greche, presenti ininterrottamente dall’XI secolo a.C., abbandonano la zona. Si tratta di un trauma da cui il giovane Seferis non si riprenderà mai e che riproporrà in seguito nella sua produzione, parlando di popoli e civiltà in esilio.
A Londra come diplomatico, entra in contatto con la poesia di Thomas Stearns Eliot (1888-1945) e con autori francesi che, tramite le sue traduzioni, lo influenzano nella sua produzione poetica. Ma, come già accadeva per Kostantinos Kavafis e Ghiannis Ritsos, solo per citarne due tra i più noti, il passato torna vigoroso anche nella produzione di Seferis, nel solito continuum tra mito e storia, che per la cultura greca non hanno confini troppo definiti: ritorna Omero, evocato soprattutto nella poesia Leggenda, dove propone una piccola Odissea, ed Erodoto, ricordato nelle Memorie.
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La poesia di Giorgos Seferis parla attraverso i simboli: le pietre, le statue e le voci lontane sono i cardini della poetica dell’autore di Smirne, insieme, ovviamente, anche al tema dell’esilio e dell’agognato ritorno in Patria, strettamente legato a quell’evento traumatico capitatogli in gioventù. Pur con molte critiche di eccessivo intellettualismo, Seferis è una pietra miliare della letteratura neogreca del Novecento, una cartina di tornasole imprescindibile per i poeti della generazione successiva e non solo, dal momento che alcuni suoi versi sono stati musicati da Mikis Theodorakis, conscio del valore della poesia e dell’arte e della loro utilità nella vita di tutti i giorni: «la nostra fine è certa, eppure la poesia è ancora utile».
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Immagine di copertina: Photo by Stanciu Valentin on Unsplash
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