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Zanele Muholi

Gli scatti del «visual activist» Zanele Muholi al Mudec

Un approccio fotografico strettamente legato all'impegno nei confronti della comunità LGBTQIA+ sudafricana. Fino al 30 luglio al Museo delle culture di Milano in mostra sessanta autoritratti in bianco e nero di Zanele Muholi

1 minuto di lettura

I sessanta autoritratti fotografici in bianco e nero dell’artista Zanele Muholi, esposti fino al 30 luglio al Mudec di Milano, offrono un’occasione unica per vivere e scoprire la lotta sociale della comunità LGBTQIA+ nordafricana.

Zanele Muholi
Ph. Carlotta Coppo. Foto Allestimento: Muholi- A Visual Activist

Chi è Zanele Muholi?

Dopo aver passato la sua infanzia in una cittadina a sud di Durban, Zanele Muholi si trasferisce a Johannesburg all’età di diciannove anni e si iscrive nel 2002 al Market Photo Workshop, una scuola fondata dal leggendario fotografo sudafricano David Goldblatt. Questo corso di perfezionamento è stato un punto di svolta importante durante il quale l’artista ha definito i principi del suo approccio fotografico, strettamente legato al suo impegno nei confronti della comunità LGBTQIA+ sudafricana che, nonostante i poteri costituzionali, continua a subire violenze, discriminazioni e disuguaglianze. Il suo lavoro è un appello alla tolleranza per la comunità LGBTQIA+, vittima di pregiudizi, stupri “curativi” e brutali omicidi.

Zanele Muholi
Ph. Carlotta Coppo. Foto Allestimento: Muholi- A Visual Activist

L’Attivismo Visuale: una scelta attiva di lotta politica

È giunto il momento di mostrarci. Non possiamo aspettare di essere morti, stuprati o vittime di crimini d’odio per diventare importanti. Anche se la nostra vita quotidiana rimane difficile, voglio ricordare al mondo che siamo ancora splendidi esseri umani che esistono come tutti gli altri cittadini sudafricani. Paghiamo le tasse, contribuiamo all’economia dello Stato. I media tradizionali spesso ci confinano alla nostra identità di genere o al nostro orientamento sessuale senza tenere conto di ciò che contribuiamo al nostro Paese, quindi ho voluto capovolgere questo paradigma. Siamo molto di più di quello che viene proiettato su di noi.

Zanele Muholi

Con queste parole Zanele Muholi ha raccontato la sua missione, la sua lotta e il suo investimento politico e artistico. Attivista prima che artista, si definisce “Visual Activist“. Con le sue fotografie sono messi in dubbio e rivoluzionati i criteri di bellezza imposti alle donne nere.

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Zanele Muholi
Khanukani I Brooklyn NewYork, 2017

Le fotografie di Zanele Muholi al Mudec: estetica oltre che politica

Ogni scatto dell’artista è un mezzo per veicolare un messaggio politico e sociale, ma nonostante questo l’aspetto estetico e artistico è curato nei minimi dettagli. I soggetti rappresentati, con i loro sguardi pregnanti e coinvolgenti, sono simbolo allo stesso tempo di quotidianità e di lotta. Infatti, ogni fotografia è uno spazio di convivenza di opposti: sofferenza e forza, paura e orgoglio, solidità e molteplicità.

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Sofia Di Gravio

Classe 99, laureata in filosofia alla Sapienza e volata a Parigi per studiare la filosofia dell’arte. Amante della cultura e della vita... specialmente quando ci regalano una chiacchierata davanti ad un bicchiere di vino!

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