fbpx
creature acquatiche folkloristiche

Le creature acquatiche del folklore mondiale

Dall’Oceania all'Africa, passando per paesi slavi e anglosassoni. Da sempre l'acqua ha ispirato i popoli di tutto il mondo. Quali sono le storie più interessanti?

3 minuti di lettura

L’acqua e le sue molteplici manifestazioni hanno sempre ispirato i popoli di tutto il mondo, che si sono tramandati storie di creature misteriose, elusive e spesso molto pericolose. In questa breve ricognizione delle creature acquatiche del folklore, partiremo dall’Oceania per approdare in Africa, passando per paesi slavi e anglosassoni.

Abaia

Abaia della Melanesia

Protettrice delle profonde acque di laghi d’acqua dolce, l’Abaia è una gigantesca anguilla che popola il folklore melanesiano. La Melanesia, ovvero quel gruppo sparso di territori emersi come la Nuova Caledonia, la Papua Nuova Guinea, le Figi e le Isole Salomone, è una regione dell’Oceania. I popoli da secoli sono terrorizzati dalla presenza di questa creatura siluriforme, viscida e, a seconda delle rappresentazioni, talvolta dotata di una cresta che parte dalla testa e percorre tutto il dorso. L’Abaia non tollera l’uomo, e ogni sua intromissione è punita con un’onda generata da una sua portentosa codata, oppure da un’alluvione che distruggerà case e raccolti. Un sentimento affine alla maternità la porta a far di tutto pur di proteggere le creature acquatiche che considera suoi figli. Chi è saggio lo sa, ed evita di pescare nei laghi.

Vodjanoj

creature acquatiche folklore
Un’illustrazione del 1934 di Ivan Bilibin

Secondo Andrej Sinjavskij, tra gli spiritelli minori slavi il «più vicino al Maligno» è sicuramente il Vodjanoj, creatura acquatica antropomorfa che trascina le sue vittime nel buio melmoso dei fiumi e dei laghi. D’aspetto assomiglia a un uomo anziano, ma ha una barba ricoperta di alghe, le zampe palmate, una coda di pesce e il corpo ricoperto da squame. A volte presenta persino delle corna sopra il viso disgustoso e tumefatto. Il Vodjanoj abita sott’acqua, spesso in un vortice, e lo si può avvistare mentre naviga in superficie su di un tronco d’albero. Tuttavia, è quando non lo si vede che il Vodjanoj è davvero pericoloso. Si racconta, infatti, che rapisca e anneghi chi si è dimenticato di farsi il segno della croce, oppure chi fa il bagno dopo il tramonto del sole. Quando è arrabbiato, è in grado di allagare i villaggi e di rompere le dighe. Tuttavia, se saziato con offerte di cibo, il Vodjanoj sa anche essere riconoscente e comanda ai pesci di riempire le reti dei pescatori.

Leggi anche:
Dieci leggende medievali

Knucker

Evoluzione del termine anglosassone nicor, che indicava un mostro acquatico, lo Knucker è un drago serpentino che vive nelle pozze di campagna (a volte denominate knuckerholes). Seppure acquatico, possiede delle ali che gli permettono di involarsi e devastare i villaggi circostanti, prendendosi bestiame e damigelle come trofei. Una leggenda del Sussex racconta che la tana dello Knucker fosse senza fondo e che la sua acqua avesse poteri curativi – sfruttabili solo da chi osava avvicinarsi a suo rischio e pericolo. Inoltre, essa non gelava mai a causa del calore emanato dal fuoco nel corpo della bestia. Un giorno, un giovane ragazzo di campagna decise di eliminare lo Knucker una volta per tutte. Conscio di non essere abile con la spada, si affidò al suo intelletto: cucinò un pasticcio ripieno di bacche velenose e lo lasciò accanto alla tana del mostro, il quale se lo divorò. Così indebolito, il ragazzo gli tagliò la testa. Tuttavia, durante i festeggiamenti che ne seguirono, dopo essersi passato più volte la mano insanguinata sulla bocca, morì anch’egli.

Jengu

Diversamente dalle altre creature acquatiche del folklore, il Jengu è un essere buono. Si tratta di uno spirito acquatico dalle sembianze muliebri, tipico della tradizione dei popoli Sawa del Camerun. Si dice sia una donna bellissima, con una chioma fluente e un diastema che dona al suo sorriso un fascino del tutto particolare. Vive in fiumi, laghi e mari, e talvolta è descritta come una sirena. La natura benevola del Jengu lo rende oggetto di un culto che lo vede come intermediario tra il mondo degli umani e quello degli spiriti. Fino al secolo scorso, esisteva una società segreta, guidata da un leader chiamato ekale, che si dedicava alla venerazione quotidiana del Jengu, con preghiere e sacrifici prima di partire per un viaggio in mare o battute di pesca. Oggi, persiste anche la credenza che questo spirito porti fortuna e assista le ragazze nel loro cammino per diventare giovani donne.

Le creature del folklore come espressioni culturali

Assieme ai loro parenti più famosi come il mostro di Lochness o le ninfe, le creature acquatiche del folklore che abbiamo visto si configurano come espressioni culturali dei loro popoli che, per sconfiggere le loro paure, ne hanno ideato delle manifestazioni concrete. Del resto, l’uomo è un animale narrante: ha sempre avuto bisogno di raccontarsi storie.

Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!

Segui Frammenti Rivista anche su Facebook e Instagram, e iscriviti alla nostra newsletter!

Immagine di copertina: © Getty’s Open Content Program

Caterina Cantoni

Classe 1998, ho studiato Lingue e Letterature Straniere all'Università Statale di Milano. Ammaliata da quella tragicità che solo la letteratura russa sa toccare, ho dato il mio cuore a Dostoevskij e a Majakovskij. Viale del tramonto, La finestra sul cortile e Ritorno al futuro sono tra i miei film preferiti, ma ho anche un debole per l'animazione. A volte mi rattristo perché so che non mi basterebbero cento vite per imparare tutto ciò che vorrei.

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.