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Breve filosofia dell’acqua

Dalla newsletter n. 21 - Ottobre 2022 di Frammenti Rivista

3 minuti di lettura

È noto che la filosofia inizia con l’acqua. I manuali scolastici ce lo insegnano, che il passaggio dalle forme mitiche di sapere, legate al culto e alla religione, alle fondamenta della moderna concezione del mondo – derivata essenzialmente dalla filosofia – cominci con un uomo, Talete, una di quelle figure archetipiche di saggio, che diceva che «tutto è acqua». Ciò che cambia, in estrema sintesi, è la ricerca di un principio che possa spiegare, razionalmente, ciò che vediamo ed esperiamo – e anche ciò che non vediamo né esperiamo.

Talete, certamente non l’”uomo” Talete, in carne ed ossa, ma la tradizione che si agglomera intorno a questo nome, fatta del vociare silenzioso di un sapere accumulatosi lungo il corso dei secoli – Talete, di nuovo, diceva che l’acqua è il principio di tutte le cose. Il che è come dire che, nella loro sostanza, nella loro carne più intima, tutte le cose sono fatte di acqua.

Può apparire un’assurdità ma, lo spiegano ancora i manuali, il salto dal racconto mitico che trova negli dèi la causa di ciò che esiste, e l’idea che, razionalmente, possiamo “vedere” – la parola “teoria” ha questo, il vedere, nel suo etimo più profondo – le cose per come sono veramente, ossia nella loro essenza, e a partire da questa spiegarne il posto nel mondo, è enorme.

Eppure, tutto ciò continua a sembrare un poco riduttivo, come se in ogni caso facessimo fatica a riconoscere la grandezza del gesto di Talete, come se ci fosse qualcosa d’altro dietro questa prima parola del pensiero filosofico.

Eraclito di Efeso, detto l’oscuro, fu filosofo come Talete, e come Talete appartiene alla schiera di quei pensatori, un po’ filosofi un po’ sapienti, detti Presocratici, coloro che vennero prima di Socrate. Secondo Eraclito, la realtà è una continua commistione, una continua lotta di opposti che si attraggono, repellono, frammischiano in un processo mai domo e mai terminato. Panta rei, «tutto scorre» – è noto – pare sia stato quanto Eraclito sosteneva, di contro alla visione statica del reale – «l’essere è e non può non essere» – abbracciata invece da Parmenide di Elea. E, ancora, «non ci si può bagnare due volte nello stesso fiume», ce lo dice Platone, è l’immagine usata da Eraclito per descrivere quanto sostenuto. Ancora, di nuovo è l’acqua, con un’immagine fluviale, ad ess…

Giovanni Fava

25 anni; filosofia, Antropocene, geologia. Perlopiù passeggio in montagna.

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