Se la prima arma da brandire contro i diritti è la disinformazione, probabilmente, sulla questione dei diritti della comunità LGBTQ il nostro Paese, parte della sua stampa e diversi suoi esponenti politici hanno dato ampia prova di ciò che non si dovrebbe fare per consentire una corretta comprensione e una corretta valutazione all’intera cittadinanza. La linea sottile tra la semplice non condivisione e l’insulto o l’inutile polarizzazione del dibattito sulla pelle e sulla carne degli esseri umani è solo uno degli aspetti che rende il nostro Paese uno dei più lenti nella tutela dei diritti di tutti e tutte.
Da anni le piazze di tutta Italia si illuminano di volti e colori, del lavoro di associazioni e collettivi e di un fiorire di esseri umani che chiedono diritti non solo per sé, ma anche per altri. Ci siete mai stati in quelle piazze? Le avete viste? Ecco, proprio quelle piazze sono le stesse che da anni portano avanti battaglie che, anticipando troppo spesso le nostre istituzioni, pongono le basi per proposte di legge che arrivano in Parlamento puntando a un miglioramento sociale e culturale del nostro Paese.
Sicuramente, siamo tutti frutto della nostra bolla sociale e social e quindi tutti, compreso chi scrive, credono che il mondo sia in un certo senso simile a sé stessi. Sono un maschio, etero, bianco, vivo bene la mia sessualità e ho una formazione progressista, di sinistra che mi ha educato all’apertura e a sentire mie anche le battaglie contro i soprusi subiti da altri. Come tutti penso che il mondo sia simile a me. Forse, però, le prime domanda da porci quando parliamo del teatrino nato intorno al Ddl Zan sono “come si fa a credere a determinate sciocchezze?” e “come si può essere così inconsapevoli di quello che succede intorno a noi?”. Poi, ci si apre al mondo e si vede quello che fa e pensa chi non fa parte della nostra bolla. Panico! Ma andiamo con ordine, questa non vuole essere una seduta di analisi.
Viene depositato e poi approvato alla Camera dei deputati nel novembre del 2020 il ddl Zan, Disegno di legge che prende il nome dal primo firmatario e promotore Alessandro Zan, deputato del Partito Democratico. Tale proposta di legge prevede misure di prevenzione e contrasto della discriminazione e della violenza per motivi fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Nello specifico, si interviene sull’articolo 604ter del Codice penale che contrasta il razzismo e l’odio su base religiosa, equiparandovi le discriminazioni basate sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere e sulla disabilità. Inoltre, si propone il riconoscimento della giornata del 17 maggio quale Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia, al fine di promuovere la cultura del rispetto e dell’inclusione nonché di contrast…