Pene d’amore. Sette amici si raccontano tutto della loro vita sessuale (Sonda, 2022) è un libro che ci parla di sesso, ma lo fa esplorando un ambito troppo spesso rimasto in ombra: quello della sessualità maschile. Spesso si parla di erotismo per rompere il tabù che per anni ha intralciato la sessualità delle donne, rendendola o temuta o esaltata: un argomento che, oggi, è di frequente al centro di libri, dibattiti, studi, oltre che motivo di emancipazione e rivolta. E gli uomini? Forse il fatto che per il maschile la sfera sessuale è sempre stata qualcosa di «naturale», da non condannare come per la controparte femminile, ha portato a una minore attenzione critica e consapevolezza. Intorno al sesso al maschile, sempre considerato performante, virile, al massimo, si sviluppa ancora oggi un modello irraggiungibile, frustrante e, ancor di più, poco veritiero.
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Cosa fare, quindi, per parlare di sesso e mascolinità fuori dagli schemi sociali partendo dalla realtà quotidiana, dall’esperienza vera? In Pene d’amore, Cookie Kalkair, artista francese che vive a Barcellona, sceglie il fumetto e si avvicina a questo tema lasciando a chi legge tanti spunti di riflessione che non partono dalla fiction, ma dalla realtà. L’esperimento è semplice, ma efficace: sette uomini con gusti, orientamenti, abitudini ed esperienze diverse si incontrano e, attraverso una narrazione autobiografica molto intima e ancor più schietta, raccontano le proprie impressioni, idee, percezioni, i propri ricordi attorno a diversi macro-temi che vanno dalle misure, alle fantasie, all’orgasmo.
Nella graphic novel Pene d’amore, «l’abisso inesplorato» del sesso al maschile viene quindi pian piano alla luce così da mettere in mostra non solo l’immaginario pornografico dell’uomo iper-virile ed iper-mascolino, ma anche paure, insicurezze, tappe della crescita, desideri dentro e fuori la norma sociale. Il racconto appare veritiero proprio perché arriva da un coro di voci maschili in un momento di racconto e confronto, dall’esperienza di uomini che si sono messi veramente a nudo per dire «l’indicibile», per rompere un tabù che, per quanto riguarda la sfera maschile, è ancora ignorato e sottovalutato.
Abbiamo quindi le storie di fantasie erotiche, insicurezze sulle misure, orientamenti diversi, diversi approcci al sesso – tanto, poco, chi detta gli standard se non la coppia? – incontri più o meno fallimentari, riflessioni sul corpo, sulla masturbazione, sul poliamore, sulla bisessualità, ma più di tutto sulle singole identità, esperienze, necessità. Il fumetto dà ai lettori tanti accenni per superare la percezione canonica della sessualità maschile, proponendo un moto di liberazione che è di solito associato alle donne.
Alcuni spunti sono ben realizzati e vanno dritti «al sodo», altri forse lasciano le questioni un po’ più in sospeso incoraggiando, però, un’esplorazione autonoma di temi troppo spesso ignorati. Del resto, data la diversità di ogni individuo, sette esperienze non possono che dare un piccolo spaccato di un mondo che ha davvero bisogno di essere sondato a fondo e questo libro mette ben in evidenza quanto lavoro ci sia ancora da fare – a partire proprio da quei 16 anni in su consigliati in copertina – per valorizzare le tante percezioni del sesso.
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Nell’edizione italiana abbiamo una piccola pecca traduttiva, più volte resa esplicita dall’editore tramite social e siti, ovvero il termine francese asexuel è stato tradotto erroneamente con «asessuato» che significa «privo di organi sessuali differenziati». La traduzione corretta sarebbe, invece, «asessuale» che indica l’orientamento sessuale di chi prova poco o nullo desiderio di fare sesso o avere relazioni sessuali. Da qui, le scuse dell’editore a «chi lo noterà e ne resterà feritə».
Se siete curiosi (ma anche curiose) di avere un punto di vista altro (anzi, sette), Pene d’amore racconta, con sincerità, tutto quello che c’è dietro ai modelli maschili con cui siamo cresciuti scegliendo un tono ironico, divertente, che prosegue un po’ per macchiette e un po’ superandole, per passi avanti in direzioni tradizionali e poi piccoli passi indietro per farci capire che forse, sotto, possiamo trovare altro, possiamo ambire a qualcosa di più degli standard sociali a cui siamo di continuo sottoposti.
Una divulgazione, quindi, leggera che apre però nuove piste, nuove possibilità, diventando un piccolo e divertente manuale per «capirci qualcosa di più». Il linguaggio del fumetto aiuta poi a rendere il tutto più diretto, più vitale: vediamo i volti di questi uomini, facce come tante, che rappresentano le tante maschilità possibili e seguiamo i loro dialoghi come se facessimo parte di questo grande gruppo di confronto, e perché no, di aiuto, in cui fermarci a sorridere, condividere e riflettere insieme su chi possiamo e vogliamo essere.
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