Sarà di nuovo Macron – Le Pen la sfida a due che porterà ad eleggere il nuovo (o riconfermato) Presidente della Repubblica. Esattamente come 5 anni fa, i due candidati ad aver registrato il maggior numero di consensi durante il primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, che ha avuto luogo ieri, domenica 10 aprile, sono stati l’attuale Presidente Emmanuel Macron (con circa il 28% dei consensi, va meglio che nel 2017) e Marine Le Pen, leader del RN – Rassemblement National, che con quasi il 24% registra il miglior risultato nella storia del partito.
Presidenziali in Francia: chi vince e chi perde?
In linea con le aspettative e i sondaggi che da qualche settimana circolavano in rete, vincono le idee «di rottura», crollano i partiti storici. Il tutto non sorprende. È questa la prima fotografia a seguito dei risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia per eleggere il presidente della Repubblica nel quinquennio 2022-2027. Se per Macron non si è mai praticamente messo in dubbio un risultato positivo che lo traghettasse direttamente al ballottaggio, la strada per Le Pen è stata più complessa. Spine nel fianco a destra avrebbero dovuto essere Eric Zemmour e Valérie Pécresse. Così non è stato. Anzi, dietro di lei, con appena 2 punti percentuali di distanza (attualmente è al 21%) c’è Jean-Luc Mélenchon, volto de La France Insoumise.
A parte il risultato dei tre candidati sopra il 20%, il resto sono macerie. Il meccanismo del «voto utile», infatti, ha portato ad una tripartizione della scena politica che vede i partiti del Novecento alle porte. A destra delude soprattutto la performance di Pécresse che, nel giro di poche settimane, ha perso spinta, entusiasmo e voti: l’erede di Chirac, che doveva «riportare un gollista all’Eliseo», non arriva nemmeno al 5%. Qualche settimana fa i sondaggi la davano al 17% (ne abbiamo parlato qua). Male (ma il risultato non sorprende) anche Anne Hidalgo, sindaca di Parigi ed esponente del Parti socialiste (PS) che si ferma poco sotto al 2%.
Dopo mesi di una campagna atipica che ha mobilitato poco, l’astensione si è attestata al 26%, secondo Ipsos-Sopra Steria. A parte il 2002 (28,4%), le astensioni più alte fino ad allora erano state, per un primo turno, il 1969 (22,4%) e il 2017 (22,23%).
Verso il ballottaggio
«Niente è certo», dice Macron preparandosi di fatto a 14 intensi giorni di campagna elettorale. Si tornerà a votare per il secondo turno delle elezioni presidenziali in Francia il prossimo 24 aprile. Le Pen, a differenza di 5 anni fa, potrebbe farcela ad arrivare all’Eliseo e le ragioni sono diverse: i sondaggi, buoni e in crescita nelle ultime settimane, le hanno dato spinta e credibilità, rendendola di fatto il nome più scelto (e di misura) dall’elettorato di destra. Ha ampliato la sua base elettorale, a tratti staccandosi da quell’immagine radicale ed estremista che questa volta è stata assunta da Zemmour (7% dei consensi). Ha puntato sul suo essere «femme d’état», ha scritto sui suoi manifesti elettorali e soprattutto ha dato l’idea di essere l’unica vera alternativa al Presidenzialismo di Macron, criticato da tutti i candidati. Lei ne ha fatto un vero e proprio slogan: #sansLui è stato uno degli hashtag della campagna.
La partita del secondo turno intanto è già iniziata. Jean-Luc Mélenchon, Valérie Pécresse, Anne Hidalgo e Yannick Jadot (nome dei verdi) hanno invitato a votare per il presidente uscente o a battere l’estrema destra il 24 aprile. Zemmour e Dupont-Aignan (altro nome dell’estrema destra, ne avevamo parlato qui) hanno invece espresso il loro sostegno alla leader del RN.
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In apertura: un’immagine pubblicata ieri da Macron sul suo profilo Instagram.