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Maria Prymachenko: l’arte che vince sulla guerra

Le opere dell'artista ucraina Maria Prymachenko riescono ancora oggi a descrivere una resistenza alla guerra fatta di arte, restituendo la memoria e il presente del popolo ucraino.

3 minuti di lettura

È il 27 febbraio 2022, tra le tante notizie che scorrono c’è il bombardamento del Museo di Storia locale di Ivankiv, alla periferia ovest di Kiev. Il Museo, aperto nel 1981 e restaurato nel 2018, è stato colpito. A darne la notizia è la direttrice della riserva storico-culturale di Vyshhorod, Vlada Litovchenko, con un post su Facebook. Tra le perdite si contano almeno 20 dipinti di Maria Prymachenko (1909 – 1997), una delle figure e artiste popolari più rappresentative dell’Ucraina, che, mai come oggi, riesce a descriverci una resistenza alla guerra fatta di arte, restituendo al contempo la memoria e il presente del popolo ucraino.

I may this nuclear war could be cursed

Questo dipinto è datato 1978 e il suo titolo originale riporta il punto esclamativo. Атомна війна, будь проклята вона! che si traduce più o meno come “Guerra nucleare: una maledizione!”.

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In quell’anno la Guerra Fredda è nel pieno del suo svolgimento e nei momenti più acuti di tensione, come l’invasione alla Baia dei Porci o la crisi dei missili a Cuba, l’eventualità di una guerra nucleare si fa strada tra la popolazione. Maria Prymachenko arriva dritta al punto e la sua creatura mitologica sfida tanto l’allegoria quanto il rapporto tra bene e male.

I MAY THIS NUCLEAR WAR COULD BE CURSED (1978)

Maria Prymachenko: dalle origini fino alla mostra a Parigi

Maria Prymachenko nasce nel 1908, da una famiglia di contadini a Bolotnya, un villaggio a nord di Kiev, poco distante da Chernobyl. Davanti ai suoi giovani occhi scorre la Rivoluzione Russa con gli ultimi Zar, la vittoria del Bolscevismo, la nascita dell’URSS.

Si ammala di polio e non riceve mai un’educazione formale all’arte ma è l’arte stessa che inizia a riempire la sua quotidianità fin dalla tenera età, quando impara a ricamare con la madre.

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A circa vent’anni inizia a sperimentare l’acquerello. La sua bravura colpisce l’artista Tetiana Floru che la invita al laboratorio del Museo di arte ucraina. Qui un’inesperta Prymachenko muove i suoi primi passi tra tele e materiali, e solo un anno dopo, nel 1936, espone al First Republican Exhibition of Folk Art tra Mosca, Leningrado e Varsavia. Grazie a questa partecipazione riceve il diploma di primo grado e il 1937 è l’anno della sua prima esposizione a Parigi. In quell’occasione Pablo Picasso osserva i suoi lavori e ne rimane incantato tanto da dichiarare «mi inchino davanti al miracolo artistico di questa brillante ucraina».

Let Us Go to the Betrothal Party (1968)

Storie popolari

Negli anni ’60 e ’70 cerca nuovi materiali, riempie di colori brillanti le tele su cui prima lasciava uno sfondo bianco, l’uso dell’acquerello diventa pittura a guazzo. Il colore inizia a pervadere lo spazio fino a riempire l’atmosfera delle sue composizioni.

Storie popolari ucraine, storie di confine, leggende, fiabe sono le grandi fonti di ispirazione. L’ironia e l’immaginazione, nelle sue composizioni bidimensionali, diventano parte fondante della sua arte, ma la finzione non rimane tale.

Maria Prymachenko

Il valore aggiunto del lavoro di Maria Prymachenko è quello di riuscire a non scostarsi mai dalla Storia del suo popolo, di rimanere sempre con i piedi ancorati al terreno, quel terreno conteso che conosciamo ancora oggi. Negli anni ’70 Prymachenko inizia anche a includere brevi frasi o proverbi sul retro delle sue tele per sottolineare ancora di più l’argomento dell’opera.

I Give My Little Stars To Children (1983)

Pittrice d’arte popolare, si distingue come rappresentante del movimento naïve in Ucraina, diventa apprezzata a livello internazionale.

I Give My Little Stars To Children (1983)

Il dipinto I Give My Little Stars To Children dal 1980 ci catapulta ai giorni nostri, alle immagini in cui i bambini sono tristemente le vittime, nascoste o in fuga, protagonisti innaturali della guerra. La storia di Maria Prymachenko sembra parlare proprio a questi giorni, ai suoi protagonisti, con naturalezza. Pittura atemporale perché sfida il tempo per parlare a più generazioni.

Guerra e Arte per Maria Prymachenko

Caratteristica di tutte le guerre, a qualsiasi latitudine, è la distruzione di opere d’arte, di siti di interesse storico o locale fanno segnare perdite alte e significative. Ricordiamo la biblioteca di Sarajevo, oppure il museo Mosul in Iraq, i quartieri storici di Aleppo in Siria. La guerra si porta via quello che incontra.

A Dove Has Spread Her Wings and Asks for Peace (1982)

Per questo, per non perdere dei pezzi fondamentali di Storia di un popolo, l’arte deve vincere sulla guerra e tenere viva la memoria. La lingua dell’arte, nella sua universalità, può aiutarci molto a capire, a rispondere ad alcune domande: A Dove Has Spread Her Wings and Asks for Peace, che vedete qui sopra, ne è uno splendido esempio.

Maria Prymachenko
Maria Prymachenko

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Fausta Riva

Fausta Riva nasce in Brianza nel 1990.
Geografa di formazione(Geography L-6) poi specializzata in fotografia al cfp Bauer.
Oggi collabora con agenzie fotografiche e lavora come freelance nel mondo della comunicazione visiva.
Fausta Riva nasce sognatrice, esploratrice dell’ordinario. Ama le poesie, ama perdersi e lasciarsi ispirare.

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