A Bologna questo mese si parla di futuro, attraverso il teatro, con i bambini. Visioni di futuro, visioni di teatro è un festival internazionale che investe tutta la città, pensato, organizzato e diretto da La Baracca-Testoni Ragazzi Bologna.
All’origine una rete di idee e compagnie
Dalla sua fondazione nel 1976, la compagnia bolognese La Baracca è impegnata sul fronte educativo e oggi ha all’attivo più di 12.900 produzioni per bambini e ragazzi. L’impegno per i giovani ha ufficialmente varcato i confini nazionali quando nel 2014 il teatro Testoni Ragazzi è diventato sede di Assitej International, un’associazione impegnata nella promozione del teatro per bambini e ragazzi con oltre 90 partner nazionali e internazionali.
Maggiore concretezza e continuità è arrivata nel 2018 con la selezione del progetto Mapping – A Map on the aesthetics of performing arts for early years da parte dell’European Commission – Creative Europe programme. Il progetto coinvolge 18 partner provenienti da 17 diversi Paesi. In questo framework si inserisce Visioni di futuro, visioni di teatro, organizzato in collaborazione con il Comune di Bologna.
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Richiamata da Visioni arriva quest’anno in Italia anche la compagnia di danza olandese deStilte, grazie al contributo dell’Ambasciata e Consolato Generale dei Paesi Bassi in Italia. L’occasione ha reso più solidi i legami tra La Baracca e deStilte, che quest’anno al festival porta il suo spettacolo Wait a minute. La collaborazione tra le due realtà festeggerà presto un decennio ma recentemente si è arricchita di nuovi promettenti progetti. Uno di questi è Il futuro del domani, che guarda agli asili nido di Bologna e Breda e delle rispettive regioni, con due spettacoli in coproduzione che bucano i confini nazionali.
Lo spettacolo Wait a minute sarà al Visioni Festival 2022 mercoledì 16 marzo alle 17.30 e alle 21.00 e giovedì 17 marzo alle 10.30. Dall’8 al 12 giugno poi La Baracca sarà presente al Brik Festival, con date e orari ancora da definirsi.
Wait a minute: di cosa si tratta
Proprio sullo scardinamento della nozione di diverso è incentrato lo spettacolo che deStilte propone quest’anno al festival Visioni. Wait a minute porta sul palcoscenico un tema à la page oggigiorno: la paura del diverso. Una strana creatura non identificabile tramite i soliti parametri di età, genere e nomenclatura animale si schiude misteriosamente in un paesaggio incontaminato. Dove siamo e con chi? Non lo sanno gli adulti e neanche i bambini, ma certo questi ultimi lo immaginano un poco di più.
Cuscini, pezzi di puzzle e un’attenzione continua alle reazioni dei bambini
Lo spettacolo di deStilte è disegnato per un pubblico molto giovane, anche se le storie per bambini hanno a tutti qualcosa da insegnare. La particolare audience tuttavia impone la scelta di uno stile adeguato, che punti alla sostanza passando per l’essenziale. Le azioni sul palco devono essere semplici, ma estremamente cariche: alle reazioni dei bambini non si può rimanere indifferenti, richiedono un’attenzione continua e una risposta adeguata.
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Al primo momento di acclimatamento alla sala viene dedicato uno spazio largo, paziente. I bambini passano le mani sui cuscini morbidi su cui vengono fatti sedere, giocano con gli arredi di scena. È un avvicinamento fisico indispensabile per leggere il nuovo ambiente che stanno visualizzando. Il set si compone di pezzi di puzzle dalle forme indefinite, che anche combinati insieme non arrivano a significare nulla. Per gli adulti, perlomeno, no.
Dei piccoli spettatori alcuni si muovono, saltellano, altri commentano, chiacchierano, altri ancora, muti, non distolgono lo sguardo dal palco. Gli attori si muovono in funzione di un copione determinato, ma anche rispondendo agli stimoli del loro pubblico. Lo spettacolo evolve, si genera e rigenera nella sede di ogni rappresentazione, perché non esiste performance senza pubblico e non c’è pubblico che non influenzi lo show. I piccoli spettatori non sono abituati a luoghi chiusi che diventano scatole generatrici di mondi unici ed esclusivi per un determinato momento. Molti di loro non sono mai stati in una classe, non ne conoscono le dinamiche e devono essere iniziati lentamente a questo ambiente per loro inusuale.
Prospettive sul futuro disegnate dal teatro
Per deStilte il teatro è un mezzo di riconversione della realtà, una porta aperta sulla dimensione dei sensi, per allontanarsi dalla quotidianità. I bambini hanno molte risorse innate che sollecitano questo volo, se delicatamente indirizzate le loro storie possono trovare una via d’impatto per agire su contesti personali e sociali. Questo fa Jack Timmermans, fondatore e direttore artistico di deStilte, che con il suo gruppo di danzatori professionisti allena pubblici di diverse età a forzare i limiti dell’esperibile e dell’immaginabile. Sede della compagnia è Breda, porto di partenza e approdo per il continuo viaggiare di danzatori e teatranti della compagnia, la più itinerante tra le compagnie olandesi dal 2015.
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Posto quindi che il teatro come esperienza vista e vissuta agisce su mente e corpo di qualunque spettatore, sulle piccole audience l’impatto è ancora più determinante. La prima direzione che suggerisce il lavoro di deStilte è quella di una maggiore attenzione ai sensi: lo sviluppo di sensibilità nelle possibilità di espressione non solo della mimica e dei movimenti, ma anche dei suoni, delle superfici, degli spazi con odori che evocano sensazioni. Questa consapevolezza cambia il modo di usare le menti e i corpi.
Il teatro per i bambini è anche un veicolo sempre fertile di trasmissione di insegnamenti. Gli insegnamenti che passano attraverso il teatro sono vivi sul palco, e impattano più fortemente sulle coscienze. Le realtà vere o fittizie che si inscenano diventano mondi possibili per il futuro. Per questo il palco può aiutare a visualizzare contesti con cui non si avrebbe occasione di venire a contatto, e portare i più piccoli fin da piccoli ad accettarne la possibilità, e la possibile diversità. Allungare l’occhio a inglobare più mondi reali presenti e mondi potenziali futuri può forse aiutare le nuove generazioni a scegliere, tra le varie soluzioni, quella del migliore dei mondi possibili. O perlomeno, in quest’età in cui la mente è fresca e senza catene, a vagliare, neutrale, diverse scelte e le relative conseguenze, senza pregiudizi né a priori.
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