Il Palazzo Reale di Milano ospita la mostra fotografica Ritratte – Direttrici di musei italiani, visitabile gratuitamente fino al 3 aprile 2022. L’esposizione, che accoglie gli scatti di Gerald Bruneau, è promossa e prodotta da Palazzo Reale, Comune di Milano Cultura e Fondazione Bracco. Con questo progetto Fondazione Bracco prosegue con il proprio contributo nella lotta agli stereotipi di genere, in funzione anche di un’adeguata valorizzazione delle competenze professionali. A titolo d’esempio, si ricorda il progetto della Fondazione #100esperte (100 donne contro gli stereotipi): una banca dati online che propone profili e CV di professioniste italiane nei settori del sapere con una disparità di genere più accentuata.
Nella mostra Ritratte al Palazzo Reale di Milano, le foto di ventidue donne alla guida di importanti istituzioni culturali del nostro paese guidano lo spettatore in un viaggio all’insegna della leadership femminile.
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Il Grand Tour di Gerald Bruneau
Negli anni ho sempre sognato di intraprendere un mio piccolo Grand Tour alla ricerca dei luoghi che in questo straordinario paese custodiscono bellezza, storia e cultura nella loro espressione più alta: l’Arte.
Gerald Bruneau
Del proprio Grand Tour, durato circa due mesi in piena pandemia, Gerald Bruneau precisa la duplice dimensione spaziale e temporale. Un itinerario che si snoda attraverso la surreale atmosfera di città e musei deserti, consente all’artista un approccio più intimo alle opere, a suo dire, ancora più belle nel rapporto esclusivo che si crea in assenza di pubblico. Epoche diverse si susseguono, ciascuna con i propri simboli e capolavori, dal David di Michelangelo al Cenacolo di Leonardo, prontamente selezionati e catturati dall’artista insieme alle donne che curano la loro tutela e valorizzazione.
Il mio intento è stato quello di mettere in risalto […] la bellezza di queste donne che si impegnano quotidianamente per rimettere i musei al centro di una proposta culturale elaborata in rete insieme ai soggetti più rappresentativi delle realtà in cui sono immerse, invitano alla partecipazione, stimolano confronto e pensiero critico.
Gerald Bruneau
Attraverso il Grand Tour l’artista scopre nuove e moderne muse: donne che hanno scelto di custodire i tesori dell’arte, collocandosi ordinariamente dietro l’obiettivo, ne divengono ora modelle.
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«Ritratte» al Palazzo Reale di Milano: moderne muse
Se son state muse per l’artista nel momento della creazione, queste donne lo diventano ora, durante l’esposizione, per lo spettatore. Un passaggio di consegne auspicabile perché la mostra possa considerarsi un successo: la predisposizione del visitatore, spesso critica e tecnicistica dinnanzi a un’opera, deve essere volta ad apprezzare storie, oltre che volti, e farsene custode.
Nell’allestimento di Ritratte al Palazzo Reale di Milano, ciascuna fotografia è accompagnata da un pannello, che riporta le risposte di ogni direttrice a cinque domande: curriculum in poche righe; cosa l’ha spinta a fare questo lavoro; essere donna nel mondo dei beni culturali, tre “carte vincenti”; cos’è il patrimonio culturale in Italia e un motto o una citazione preferiti. La didascalia ai piedi delle opere viene sostituita da un sintetico vademecum: una guida alla scoperta, oltre che della bellezza dei nostri musei, anche della capacità e della determinazione delle donne che li guidano.
Determinazione, competenza e passione sono tre delle parole che più ricorrono nell’invito rivolto alle nuove generazioni che si approcciano al mondo dell’arte e della cultura. «Costanza per costruire, determinazione per superare gli ostacoli e tanta passione: che il lavoro sia un innamoramento continuo», dice Gabriella Belli, direttrice Fondazione Musei Civici di Venezia.
Con ciò non si deve dimenticare l’importanza anche sociale del museo, nella vita e nella crescita quotidiana di ogni cittadino. Edith Gabrielli (Direttrice Generale del Ministero della Cultura, Istituto Vittoriano e Palazzo Venezia, Roma) evidenzia la dimensione relazionale del proprio lavoro: la necessità di tessere una rete con gli altri soggetti istituzionali, civili e culturali, nonché di favorire l’apertura al dialogo tra il museo e il cittadino-visitatore.
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Ma quanto grande deve essere un ponte per permettere non solo alla gente di andare al museo ma anche al museo di andare verso la città?
Jochen Gerz (citazione preferita di Virginia Villa, Direttrice Generale Fondazione Museo del Violino Antonio Stradivari, Cremona)
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