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George Baselitz al Centre Pompidou

George Baselitz: la retrospettiva al Centre Pompidou

Anticonformismo, originalità e scandalo. Questo, e molto altro, al centro George Pompidou di Parigi che ospita la mostra di George Baselitz fino al 7 marzo 2022.

2 minuti di lettura

Fino al 7 marzo 2022, il centro George Pompidou di Parigi ospita la mostra La retrospettiva, che si propone di ricostruire il percorso artistico di George Baselitz, uno degli artisti più celebri dell’arte contemporanea. Sessanta anni di creazione artistica, esposta in ordine cronologico.

George Baselitz, "La rétrospective", Centre Pompidou, 2022
Baselitz. Fonte: www.exposition-paris.info

Chi è George Baselitz?

Nato nel 1938 come Hans-Georg Kern sotto il Terzo Reich vicino a Dresda, in Sassonia, trascorse la sua infanzia, durante la Seconda guerra mondiale, nel villaggio di Großbaselitz, per poi crescere sotto il regime autoritario della Repubblica democratica tedesca.  Solo nel 1956, al termine dei suoi studi alla scuola d’arte di Berlino, attraversò il confine e iniziò una ricerca artistica in bilico tra l’arte mimetica e l’astrazione

Un’arte rivoluzionaria e scandalosa

La mostra La retrospettiva al Centre Pompidou si apre dando voce alla ricerca dell’autore di un nuovo modo di fare immagine, indipendente dalle regole e dalle forme classiche. In una Germania più che mai divisa, nell’agosto del 1961 (durante la costruzione del muro di Berlino) adottò il soprannome Georg Baselitz, dal nome del suo villaggio natale, che si trovava dall’altra parte del muro. Le sue opere assumono, in questo contesto, una valenza anticonformista, cruda, che crea presto scandalo.

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Ad esempio, La grande notte di sangue, G-Head e Model for a Sculpture. La prima è una tela che riesumava in qualche modo la figura di Hitler opponendosi alla repressione collettiva, che gli valse una denuncia per atti osceni. La seconda è un autoritratto, il cui titolo si riferisce implicitamente alla mostra Arte degenerata del 1937. L’artista è un alieno, il suo cervello guida la sua mano, plasma il suo mondo, che assomiglia solo a lui. Il rosa tenue dello sfondo del grande quadro sottolinea il pallore bluastro del viso deforme, infantile ed innocente. La terza, la cui forma ricorda il saluto nazista, è una scultura presentata per la prima volta alla Biennale di Venezia del 1980, che scatenò infinite polemiche.

George Baselitz al Centre Pompidou: una mostra capovolta

I suoi dipinti raffigurano l’impatto nocivo dell’ideologia sull’individuo, rappresentano corpi che volano qua e là, dagli autoritratti alla serie Heroes. Nel 1969, mise a segno un altro colpo, invertendo letteralmente il motivo dei suoi quadri. Questa inversione è diventata il tratto distintivo della sua arte. Un’arte di trasgressione, inversione, polemica e riflessione. Nelle sue opere successive, l’artista tedesco si avvicinò all’espressionismo astratto e, allo stesso tempo, iniziò a lavorare come scultore.

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Nei primi anni ’80 George Baselitz era un artista, ormai, riconosciuto a livello internazionale. Continuò la sua esplorazione delle forme e dei ricordi in dipinti sempre più astratti e monumentali. A questa fase ha fatto seguito il ciclo Remix, iniziato nel 2005, in cui l’artista ha dialogato sulla tela con le sue influenze e le sue stesse creazioni. Le opere recenti, decisamente meno provocatorie, confermano una svolta più intima, incentrata sull’interiorità, sui ricordi d’infanzia, di gioventù, di coppia, sui corpi che invecchiano e sprofondano nell’oblio.

George Baselitz, "La rétrospective", Centre Pompidou, 2022
Installation viewGeorg Baselitz: La rétrospective, Centre Pompidou, Paris, October 20, 2021–March 7, 2022. Artwork © Georg Baselitz, 2021

Curiosità 

La mostra è descritta in un podcast approfondito ed interessate, facilmente ascoltabile sul sito del museo. È un’occasione per scoprire qualcosa in più su questo magnifico autore, sia camminando nelle sale del museo George Pompidou, sia immaginando i dipinti descritti, nel caso in cui Parigi non fosse a portata di mano. 

Considerazioni conclusive

Uscendo dalla mostra, il senso di appagamento è forte: sembra di aver attraversato la vita dell’autore, in tutte le sue complessità. Una serie di quadri segnati da influenze, ricerche e ossessioni; una serie che cambia necessariamente in base al tempo, agli avvenimenti ed agli incontri politici e sociali. Sessanta anni di creazione artistica, esposta in ordine cronologico, che vale la pena visitare!

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Sofia Di Gravio

Classe 99, laureata in filosofia alla Sapienza e volata a Parigi per studiare la filosofia dell’arte. Amante della cultura e della vita... specialmente quando ci regalano una chiacchierata davanti ad un bicchiere di vino!

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