Ne L’integrazione (1960) Luciano Bianciardi – di cui quest’anno ricorre il centenario della nascita – ci lascia un frammento che già da solo riassume un libro, una vita, una storia non solo personale:
«Ti prego di non lasciar cadere la cenere per terra,» mi dice sorridendo ma decisa. Abbiamo un letto molto basso che poggia contro il muro alla testiera e su di un fianco. Io dormo appunto dalla parte del muro, e Marisa esige che non fumi a letto e che non legga. Appena sotto le coperte spegne la luce. Ed io allora, che sempre mi corico dietro di lei, salgo di fondo, avanzo carponi fino al posto mio, e con il buio batto sempre la testa contro la parete. «Ti devi abituare,» dice la Marisa. «Buona notte, maritino».
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