TREVISO – Un Cristo in croce esposto alla mostra di El Greco a Treviso ha attirato l’attenzione dello storico dell’arte Lionello Puppi, docente emerito all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Motivo: l’opera sarebbe da attribuire nientemeno che a Michelangelo Buonarroti. Puppi ha dato l’annuncio della sua scoperta pochi giorni fa, affermando che la sua conclusione è arrivata «dopo mesi di ricerche tecniche, stilistiche e documentali che dimostrano la piena compatibilità della tavola con la mano di Michelangelo, in particolare con il disegno conservato al British Museum» (Corriere della Sera).
Tracce della realizzazione di questo dipinto, databile al 1539, si trovano nelle lettere di Michelangelo a Vittoria Colonna, alla quale l’opera sarebbe stata dedicata. Fra gli elementi a favore dell’ipotesi Puppi cita l’eclissi di luna, rappresentata nel quadro e confrontabile con le testimonianze scritte dell’epoca di Michelangelo che parlano di una “luna nera”. L’iconografia del Cristus vivens, vale a dire Cristo in croce non con il capo reclinato sul petto, ma che volge con forza gli occhi al cielo, sarebbe un’ulteriore prova: Vittoria Colonna, infatti, era esponente della dottrina spirituale, che voleva la salvezza ottenuta per fede e non per opere, e prediligeva le raffigurazioni di un Cristo vitale. Non tutti nel mondo accademico sono d’accordo con l’attribuzione: Vittorio Sgarbi, in particolare, pensa che quella di Luppi sia una “bella illusione”, ma che non possa trovare fondamento.
S.F.
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