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Roald Dahl e la sua «Matilda»: leggere, divertire, educare

3 minuti di lettura

Matilda di Roald Dahl viene pubblicato nel 1988, eppure i suoi insegnamenti e i suoi giochi sono più che mai attuali e divertenti.

Roald Dahl | Sally | Flickr

Roald Dahl è uno degli autori britannici più apprezzati dai bambini. Tra le sue opere possiamo ricordare Matilda, James e la pesca gigante, Charlie e la fabbrica di cioccolato, Il GGG, e molti altri ancora. Dahl non è sempre stato però un autore per l’infanzia: i suoi primi racconti ebbero molto successo, ma narravano principalmente le vicende personali dell’autore, tra cui le avventure nella RAF (l’aeronautica militare del Regno Unito) e nel continente africano, dove lavorò per un periodo con la compagnia Shell. Soltanto negli anni ‘60, quando Dahl si sposò ed ebbe figli – cinque in totale – lo scrittore iniziò a sperimentare il genere della letteratura per l’infanzia. Il suo approccio diretto e la sua grande fantasia lo portarono immediatamente al successo, con capolavori tradotti in moltissimi lingue e illustrati da Quentin Blake, specializzato nello stesso genere e altrettanto conosciuto nel settore.

Tra i libri più amati dell’autore inglese, Matilda – in alcune versione italiane Matilde – (1988) è uno di quelli che più è stato in grado di conquistare il cuore dei bambini, complice l’adattamento cinematografico Matilda sei mitica di Danny DeVito (1996). La trama è abbastanza nota; Matilda è una bambina prodigio di cinque anni: parla correttamente come un’adulta, è molto sveglia e legge moltissimi libri, tra cui alcuni piuttosto complessi, come quelli di Charles Dickens. La famiglia di Matilda non è però delle migliori, poiché il padre vende auto truffando i suoi clienti, la madre è perennemente impegnata nelle partite a bingo e tutti e due preferiscono passare le giornate davanti alla televisione piuttosto che dare attenzioni alla figlia, considerata una buona a nulla. Quando comincia la scuola elementare, un personaggio positivo entra in scena: Betta Dolcemiele (semplicemente Jennifer Honey nel film), la maestra che, resasi conto delle capacità straordinarie della bambina, vorrebbe farla passare direttamente alla classe quinta. La direttrice, la signorina SpezzindueTrinciabue nel film – non ha però delle simpatie per la protagonista e cerca quindi di renderle la vita impossibile. Matilda scopre tuttavia di avere superpoteri e si ribella alla preside avendo la meglio. Il lieto fine è inevitabile: i cattivi sono puniti – o comunque ridicolizzati – e Betta Dolcemiele diventa la nuova mamma della protagonista.

Matilda sei mitica, Danny DeVito (1996)
Matilda sei mitica, Danny DeVito (1996)

Matilda segue delle tematiche ben precise e spesso ricorrenti nei lavori di Roald Dahl. Prima di tutto, le figure adulte sono per la maggior parte negative: l’unica eccezione è la maestra, mentre tutti gli altri grandi sono spregevoli o disonesti nei confronti non solo di Matilda, ma del prossimo in generale. È questa una delle caratteristiche più importanti delle opere di Dahl: l’autore, tramite i suoi narratori, si pone allo stesso livello dei bambini e, con occhi innocenti e al tempo stesso con una buona dose di furbizia, progetta piani contro gli adulti, descritti come persone orribili sia fisicamente sia moralmente – basti pensare alla signorina Spezzindue, tutto fuorché una bellezza. I piccoli lettori non trovano quindi in Dahl un adulto che li rimprovera o che vuole insegnare loro qualcosa a tutti i costi, al contrario percepiscono i narratori da lui creati come dei complici divertenti e irriverenti.

La signorina Spezzindue, Quentin Blake.
La signorina Spezzindue, illustrazione di Quentin Blake.

La famiglia è poi uno dei temi centrali in molte opere di Dahl, Matilda in primis. La protagonista non è soddisfatta dei suoi genitori e del loro unico, superficiale interesse: la televisione. Non esistono momenti di unione famigliare, non esistono cene intorno allo stesso tavolo, non esistono regali o complimenti. Matilda, per trovare la felicità, dovrà essere adottata da una nuova mamma, Betta Dolcemiele. Pur uscendo quasi trent’anni fa, Matilda è quindi molto moderno: la famiglia tradizionale composta da mamma e papà è messa in discussione e l’unico piccolo nucleo famigliare che si rivela essere positivo è quello formato semplicemente da una mamma buona e da una figlia adottata.

Il romanzo è poi interessante per i suoi giochi linguistici, che purtroppo vengono spesso persi o distorti nella traduzione italiana. Roald Dahl nacque da genitori norvegesi e di conseguenza l’inglese era per lui soltanto una seconda lingua, tanto che a scuola i professori criticarono spesso la sua grammatica traballante. Queste problematiche si rivelarono tuttavia molto utili qualche anno dopo: non essendo la prima lingua parlata dallo scrittore, Dahl riusciva a vedere l’inglese in modo più oggettivo, senza avere paura di distorcere suoni e parole per far divertire i bambini. Matilda e tutti i suoi romanzi sono quindi caratterizzati da neologismi, giochi di parole, onomatopee, suffissi fantasiosi e termini comuni fusi tra loro per creare un nuovo, bizzarro significato.

Matilda, illustrazione di Quentin Blake.
Matilda, illustrazione di Quentin Blake.

Pur basandosi soprattutto sull’aspetto ricreativo, il romanzo offre anche insegnamenti per i più piccoli. Prima di tutto – così come accade anche in Charlie e la fabbrica di cioccolato Dahl critica in modo molto diretto la televisione: i personaggi che amano passare ore davanti alla TV sono di solito superficiali e privi di fantasia, come i genitori di Matilda. Nell’ideale dello scrittore, la televisione è una macchina che uccide la creatività dei bambini. L’autore esalta poi l’importanza dei libri e dell’immaginazione: la protagonista, pur vivendo in una famiglia che non la ama e non approva i suoi interessi, riesce a trovare una via di fuga proprio attraverso la letteratura. Un messaggio sempre attuale che vede nei libri la chiave per la cultura, l’educazione e lo svago. Leggere Roald Dahl ai bambini, anche dopo trent’anni, è ancora utile, costruttivo e divertente.

 


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