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Dettaglio della donna e del serpente

Franz von Stuck e la nuova Eva: «Il peccato», tentazione moderna

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Il peccato (Die Sünde) di Franz von Stuck (1863 – 1928) è una delle opere più conosciute dell’artista tedesco. Terminata nel 1893, è oggi conservata alla Neue Pinakothek di Monaco.

Franz von Stuck
Il peccato, Franz von Stuck, 1983, 124,5×95,5 cm, tela con cornice, Neue Pinakothek di Monaco.

Il dipinto è una rappresentazione oscura e intrigante di una donna con un enorme serpente avvolto sulle spalle. La ragazza ha la pelle bianca ed è coperta solo da dei lunghi capelli scuri che si mescolano con lo sfondo completamente nero e graffiato dalle pennellate, fatta eccezione per un riquadro di luce in cui appare la firma dell’artista. La donna sembra quindi emergere dal nulla, come fosse parte di un incubo, un’apparizione divina o, più propriamente, demoniaca. Il serpente, anch’esso caratterizzato da colori scuri, le cinge la vita e le spalle, come a formare con lei un’unica figura. Il quadro è custodito in una cornice dorata, massiccia, con due colonne ai lati e il titolo originale inciso sotto al dipinto.

La chiave di quest’opera sta negli sguardi dei due protagonisti: il serpente, simbolo del male per eccellenza, è ritratto mentre sta per attaccare, con i denti ben in mostra e lo sguardo immobile su chi ammira l’opera; mentre la donna, seppur meno minacciosa, osserva lo spettatore con un’occhiata misteriosa e provocante, un tipico esempio del fascino del male. Il viso di lei è poi in penombra, oscurato dalle tenebre, mentre il suo corpo pallido e il volto del serpente sono in piena luce. Si tratta quindi di un quadro che riesce a coinvolgere chi guarda, rompendo la parete che divide l’opera dallo spettatore, invitato qui a essere parte attiva della scena.

Dettaglio della donna e del serpente
Dettaglio della donna e del serpente

Il tema del peccato è molto caro all’artista: in molti dei suoi dipinti possiamo trovare donne senza veli avvolte nelle spire di un serpente come rappresentazione del male. I soggetti inoltre sono sempre collocati in atmosfere oscure, macabre quanto sensuali, dove la bellezza della donna viene messa in risalto ma resa al tempo stesso proibita, pericolosa.

È inevitabile poi il paragone religioso. Franz von Stuck amava infatti rappresentare scene tratte dalla Bibbia in veste moderna, dandone un’interpretazione umana e sociale più che religiosa. Sono del resto gli anni di Sigmund Freud, della netta rottura di fine secolo; anche Edvard Munch qualche anno dopo ci dona una Madonna unica nel suo genere. I dipinti di Stuck spaziano quindi dal sacro al profano, dandoci una visione innovativa di tematiche antiche.

Qui per esempio il tema del peccato è rappresentato da due elementi: la donna e il serpente, un binomio anche in questo caso antichissimo di cui Franz von Stuck dà una visione nuova. L’episodio è tratto dalla Genesi, è la tentazione tramite il serpente nel paradiso terrestre, ma Eva è qui una provocatrice, non una vittima ma una complice. L’ingenua Eva diventa ne Il Peccato una femme fatale, una donna pericolosa quanto l’animale che le cinge il collo. Non è in effetti il solo caso nell’opera di Stuck: anche nel dipinto Adamo ed Eva la donna viene raffigurata come sensuale ed estremamente sicura di sé, un approccio davvero molto diverso dalle classiche rappresentazioni di questo episodio della Bibbia.

All’epoca il dipinto fece ovviamente scandalo per il nudo considerato troppo diretto e per il messaggio provocatorio, ma molti giovani pittori furono ammaliati dall’interpretazione di Stuck di un tema così celebre, creando uno spartiacque tra la pittura moderna e quella antica.

Il peccato è un’opera che, grazie ai suoi colori e al coinvolgimento diretto dello spettatore, riesce a trasmettere paura e desiderio, un fascino sublime là dove non lo aspetteremmo: un’opera di stampo religioso. La donna e il serpente, uniti, conquistano chi guarda, rendendolo a sua volta un Adamo che non può fare altro che cadere in tentazione.

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